Festa della liberazione
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In ricordo di Sandro Pertini, il Presidente Partigiano della nostra Repubblica

Ecco una storia che lo riguarda

Il 25 aprile 1945, a Milano, Benito Mussolini scortato dai suoi fedelissimi arriva al palazzo di Piazza Fontana, 2. È molto teso, perché proprio all'Arcivescovile sta per incontrarsi vis a vis coi suoi nemici, che lo vorrebbero morto: il Comitato di Liberazione.

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Nell’attesa si intrattiene per circa un’ora con il Cardinale Ildefonso Schuster, che cerca di convincerlo, che mediare è l’unica via di uscita; accettare le richieste dei Partigiani potrebbe in qualche modo metterlo in salvo.
L’aria di chi non dorme da troppo tempo, gli occhi vuoti, la corporatura esile: così appare il Duce al Cardinale Schuster in quel momento.


Mussolini sorseggia rosolio, batte i piedi sul pavimento, come a stemperare la tensione; dice di sentirsi come Napoleone prima dell’Esilio di Sant’Elena, anche se lui confida ancora in una fine migliore.
Il Cardinale ha fatto preparare una stanza nel Palazzo per ospitare il Duce dopo la resa e nello stesso tempo per proteggerlo. Bisogna pur esser pronti ad ogni evenienza!


Alle 17.00 il Segretario di Curia entra nella sala. I rappresentanti del Comitato di Liberazione sono arrivati. Mussolini deve arrendersi senza condizioni. Solo così può garantirsi una fine equa.
Il Duce fatica a controbattere; non è certo questa la mediazione, che s'aspettava. Interviene per lui il Generale Rodolfo Graziani sbraitando, che verrebbe meno la lealtà e l’onore nei confronti dei Tedeschi a trattare all’insaputa di questi.


Gli risponde per il Comitato di Liberazione Achille Marazza, informandolo, che i Tedeschi di nascosto da Mussolini stanno già da 10 giorni trattando con gli alleati ed i Nazisti presto abbandoneranno l’Italia, lasciando i Fascisti al loro destino!


Il Duce carico di rabbia esprime il suo disappunto, rendendosi conto di essere sempre stati trattati come dei servi dai tedeschi, fino al tradimento.


Il Cardinale Schuster chiede a Mussolini di pentirsi dei suoi peccati; questo lo manda su tutte le furie. Si alza urlando, che non ha nulla di cui pentirsi e si dirige fuori da quella stanza. 
Il Cardinale sa cosa rischia il Duce ad uscire. Cerca di trattenerlo. Il Duce sta perdendo l’ultima occasione di tutelarsi.


Scendendo dalla scalinata del Palazzo Arcivescovile, seguito dai suoi fedelissimi, Mussolini incrocia un uomo, un importante esponente della Resistenza, arrivato tardi alla riunione, perché si era recato in una fabbrica per l’uccisione di due operai da parte delle Camicie Nere.


Immaginiamoci il capo del Fascismo cambiato nelle sue sembianze da quanto era sciupato ed il suo più grande avversario, Sandro Pertini, che non lo riconosce neppure. Come si dice in questi casi? Sliding Doors? Già, perché in un secondo momento, Pertini dichiarava, che se lo avesse riconosciuto, lo avrebbe abbattuto a colpi di rivoltella! Soltanto in un secondo momento Pertini si rende conto di chi aveva avuto di fronte!


Al momento di quell’incontro mancato, Sandro Pertini ha 49 anni.
Originario di Stella, nel Savonese, Sandro Pertini ha un carattere dal temperamento fermo e ribelle. Ha deciso di occuparsi fin da giovane dei più deboli, dei lavoratori e per questo individua in Filippo Turati il maestro ideale.


Per Pertini, che non ha fede in Dio, il Socialismo rappresenta l’unico strumento per vincere il dolore del mondo.


Fin dall’inizio comprende il pericolo Fascista. I Neri lo odiano anche se sotto sotto ammirano il suo coraggio. Negli anni Pertini entra ed esce dal carcere; viene confinato a Ponza, ma non cede mai. E quando sua madre chiede a Mussolini la grazia per suo figlio attraverso una lettera, Pertini le invia una lettera infuocata.

"Con quale animo hai potuto farmi questo? Se tu potessi immaginare quanto dolore mi hai provocato, ti pentiresti amaramente di aver scritto una simile domanda. Perché hai voluto offendere la mia fede? Lo sai bene, che è tutto per me questa mia fede, che ho sempre amato tanto. Mi si lasci in pace con la mia condanna, che è il mio orgoglio e con la mia fede, che è tutta la mia vita".

Durante la guerra, Sandro Pertini sarà uno dei protagonisti della Resistenza. Tra i partigiani c’erano Socialisti come Pertini, Comunisti, Anarchici, Liberali, Monarchici, Cattolici e tanti ragazzi di 20 anni, che non sapevano neppure cosa fosse un partito, ma che non volevano più combattere per Hitler e per Mussolini. Pertini nemmeno da Presidente della Repubblica dimenticherà di esser stato un Partigiano.

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venerdì 25 aprile 2025

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